martedì 25 ottobre 2011

La prima pioggia autunnale batte contro i vetri delle finestre di palazzo nuovo e mi sento come se questo giorno lo stessi aspettando da un anno intero. Il fumo che esce dalla bocca non è più quello della sigaretta e tutto sembra essere meraviglioso, come il cappuccino al bar della stazione per combattere il freddo. La lezione di informatica non ho voglia di seguirla e aspetto che arrivi qualcuno a salvarmi dalla noia. Che vorrei fumare, ma fuori fa troppo freddo e non ho voglia di aprire l’ombrello. Che dovrei rispondere ai messaggi di mille persone, ma mi sento in colpa per non averlo fatto prima, anche se non avevo soldi. Il libro di sociologia non arriverà mai e io giovedì avevo intenzione di iniziare a studiare, che un altro anno come quello appena passato non credo di poterlo sopportare. E mi chiedo perché le persone taglino i ponti in continuazione con me e perché non possano essere felici per me, che felice lo sono forse per la prima volta nella mia vita. Che poi probabilmente son solo paranoie le mie e forse quelle persone non mi interessavano neanche così tanto, ma il distacco in qualche modo fa sempre male. E in questo momento vorrei essere al mare, che il mare in autunno è qualcosa di stupendo e, con lui al mio fianco, sarà ancora più bello. E poi passare le giornate sotto le coperte calde, con i corpi nudi che si stringono in un abbraccio sempre più forte. E tornare a casa e raccontare tutto con le lacrime agli occhi ai pochi amici con i quali vorrei condividere tutto. E la vita forse non è sempre così crudele e la felicità esiste veramente e le persone che mi circondano sono meravigliose e io sto bene veramente.

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