lunedì 12 settembre 2011

Ci sono nottate in cui tutto quanto sembra essere perfetto e anche l’insonnia mi si rivela amica. 
Questa notte per esempio ho scoperto che le 4 del mattino sono il mio momento preferito della giornata e io mi sento come la luna, ancora alta nel cielo, ma già circondata dall’alone luminoso delle prime ore della giornata. Sul balcone fumo la prima sigaretta di questo 12 settembre e penso che manca una settimana esatta ai miei vent’anni. 
Un gatto bianco mi passa davanti nel cortile e si ferma a guardarmi e mi tornano in mente i film di kusturica e le tradizioni zingare della mia bisnonna. La buona sorte arriva sempre di notte, lungo la coda di un gatto bianco, mi diceva lei, ancora pochi istanti prima di morire. Mi sento al sicuro e neanche i rumori della notte mi spaventano più. Penso a tante persone, a tante cose, penso a lui, che tra poche ore si sveglierà e leggerà il mio messaggio, immagino l’espressione del suo viso e io scompaio un po’, come quando siamo insieme e mi sembra quasi di non esistere più.
Penso ai miei amici alle loro tragedie, alle loro paure, che ormai son diventate parte anche di me e, in me, son diventate armonia. Mi vien da piangere come quando guardo un film con mia madre e, ad un tratto, quasi simultaneamente, le lacrime cominciano a scivolare sui visi di entrambe, e mi sento immensamente simile a lei.
Se fossi una fotografa o una pittrice immortalerei per sempre con un’immagine, questo momento per portarlo sempre con me, come promemoria di quanto la vita, a tratti, possa esser bella. 
Invece mi ritrovo alle prese con la tastiera qwerty di un iPhone ormai distrutto, che la penna è troppo lontana e la luce troppo flebile perché l’inchiostro possa danzare sul foglio, a cercare le parole adatte, a descrivere il momento in tutto il suo splendore.

1 commento: