lunedì 23 gennaio 2012

Cicli vitali


Passare le giornate cercando di scrivere qualcosa= non studiare.
L’ispirazione che arriva, improvvisa, appena tocco il letto= non dormire.
Dormire mezza giornata= non studiare.
Cercare di studiare la notte= non dormire.
È una sorta di circolo vizioso dal quale non si esce più. Ci son dentro da una vita e ormai ci ho fatto l’abitudine.
Mia mamma dice che ho uno stile di vita assolutamente sregolato e il mio medico sostiene che ciò sia la causa dei miei continui mal di testa. Come se non dormire fosse una mia scelta.
Sono così fin da bambina, quando ancora abitavo in provincia e dormivo nel lettone con i miei. Loro si addormentavano e io restavo fino al mattino a giocare in mezzo al letto.
Era così alle elementari, quando piangevo come una disperata perché ero obbligata ad andare a dormire alle 21,30, sapendo che avrei dovuto passare parecchie ore con gli occhi spalancati, a fissare il soffitto.
Alle medie si sono arresi tutti quanti e gli orari sono stati aboliti, così passavo le nottate a guardare la televisione. Una notte, su rai tre passarono “il valzer del pesce freccia-arizona dream” e fu così che conobbi Kusturica, scusate se è poco.
Alle superiori mi trasferii e decisi di non volere più la televisione in camera. Questa scelta purtroppo non mi aiutò. Ricordo le innumerevoli notti passate senza riuscire a chiudere occhio, con l’ansia di un’interrogazione o, semplicemente, mille pensieri casuali per la testa.
L’università, poi, ha completamente cancellato ogni sorta di regolarità che ci fosse nella mia vita.
Avrò avuto sei anni quando, al termine della lezione di danza classica, una bambina poco più grande di me mi si avvicinò
-sei malata?-
-no, perché?-
-perché hai le occhiaie, io le ho solo quando sono malata-
Ecco, non è che sia propriamente piacevole sembrare, ogni singolo giorno della tua vita, un personaggio appena uscito da un film di Tim Burton, ma impari a convivere anche con quello.
P.s.
Quello che ho scritto non ha un significato vero e proprio, ma ho pensato che, tra le due o tre cose da sapere su di me, ci fosse anche questo.

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