lunedì 7 novembre 2011

Questa non è l'America

Uscire di casa senza sciarpa, quando fuori fa freddo, mi fa sentire vulnerabile. Dentro una sciarpa mi posso riparare dal gelo, ma mi posso anche un po’ nascondere.
Uscire di casa senza sciarpa fa iniziare male le mie giornate.
Il tutto peggiora quando arrivo in stazione e scopro che il mio treno è in ritardo di 60 (sessanta!) minuti. 60 minuti che mi separano da te, che mi stai aspettando avvolto in un cappotto che non ho mai visto, con i tuoi sorrisi e una sciarpa che hai portato apposta per me e che mi fa sentire invincibile.
Poi ci sono la pioggia, il vento, Artissima  e un mondo nuovo, da scoprire, per noi due.
Mi sento serena e lo notano tutti, anche la psicanalista che si commuove a vedermi così. Sono tanto serena che non mi interessano più le persone che, alla fine, la mia attenzione non la meritano.
Le guerre telematiche sono infantili e non hanno senso, lo dici anche tu, per quanto certe persone abbiano ferito chi amo e vorrei proteggere con tutta me stessa.
Sono patetica.
Forse.
Sono immatura.
Non ho mai affermato il contrario.
Sono felice.
Senza dubbio.
E’ l’una di notte e vago per la stanza con gli stivali nuovi, che fanno un rumore meraviglioso. Io scelgo le scarpe in base al rumore che fanno quando cammino. Forse è un modo tutto mio per farmi notare, che poi non ne ho bisogno, perché le attenzioni di chi mi interessa le ho già.
Domattina mi alzerò presto, che ho promesso ai miei di andare sul Monferrato con loro. La collina mi da un senso di pace. Ascolterò i Mumford and Sons durante il viaggio, che non esiste colonna sonora migliore.
Dovrei anche mandarti il messaggio della buonanotte, anche se sei con i tuoi amici, mentre io i miei li ho già salutati da un pezzo, ponendo fine troppo presto a una bella serata.
E piove.
Piove.
Piove.
Ed è bello in un modo strano.
Portami a vivere in un posto dove piova sempre e possiamo passare le nostre giornate sotto le coperte senza far nulla, che le mostre d’arte, i libri e la musica ce li inventiamo noi e non abbiamo bisogno di nulla.
Quando siamo insieme siamo stupidi perché stiamo bene e per un po’ possiamo dimenticare il dolore. Possiamo riderne. Possiamo scherzare senza pensare a ciò che fa male, perché, quando sono con te, niente fa male veramente.
Le stazioni le odio, che i binari nascondono sempre milioni di lacrime e i treni portano con sè gli addii. E quando arrivo a Novara e inizio a scorgere in successione unieuro-stadio-carrefour-viamarconi-sottopassaggio, non so mai se son contenta di essere finalmente a casa o se invece vorrei tornare indietro, sperando che ad aspettarmi ci sia ancora una volta tu.
D’altronde questa non è l’America.

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